“E poi occorre tacere e agire sapendo che il mondo rovina ma tenere impugnate le spade per la sua ultima ora”
(Benn)
1) Campagna acquisti da effettuarsi solo in estate e divieto di trasferimenti durante il campionato; al massimo, mercato di riparazione ad ottobre;
2) Libertà di correre sotto la curva per festeggiare i gol senza essere ammoniti o sanzionati in alcun modo: ormai non c’è più neanche la scusa della perdita di tempo, che si recupera;
3) Tutte le partite devono essere giocate nello stesso giorno ed alla stessa ora;
4) Limitazione degli stranieri nelle squadre poichè tolgono spazio ai giovani;
5) Stop di un anno al calciatore che dopo aver firmato il contratto con una squadra vuole andarsene in anticipo perché un’altra squadra offre di più;
6) Impossibilità per il Presidente di una squadra di essere Presidente o azionista di maggioranza di più squadre di calcio; allo stesso dovrebbe essere anche vietato di sponsorizzare altri club, visto che potrebbe giocarci contro;
7) Ripristino della vecchia Coppa dei Campioni: non è giusto che una squadra che non ha mai vinto uno scudetto possa vincere la Champions League; oltre a ciò ripristino della Coppa delle Coppe: ci vada chi vince la Coppa Italia, così come è sempre stato;
8 ) Numeri delle maglie da 1 a 11;
9) Divieto di esclusiva ad agenzie di viaggio per i biglietti delle partite in trasferta;
10) Le maglie siano quelle della tradizione e non cambiate ogni anno per questioni di mercato o quantomeno che i colori delle seconde maglie abbiano solo i colori sociali;
11) No ai nomi dei calciatori sulle maglie;
12) No alla quotazione dei club in borsa;
13) Abbassare il prezzo dei biglietti settore-ospiti: altrimenti saremo costretti ad andare in incognito in un altro settore;
I VERI ULTRAS DOVREBBERO:
1) Rifiutare ogni rapporto o aiuto dalle società di calcio;
2) Rifiutare ogni “aiuto” dalle forze dell’ordine, il cui compito è controllare e non aiutare;
3) Avere nelle proprie curve meno gruppi possibile;
4) Andare in trasferta con mezzi propri;
5) Violare ogni limitazione che dovesse essere posta;
“I grandi club sembrano essersi stancati della loro base di tifosi, e in un certo senso, chi può biasimarli? I maschi giovani della classe operaia e del basso ceto medio portano con sé una serie di problemi complicati e talvolta penosi; i dirigenti e i presidenti potrebbero controbattere che è stata data loro un’occasione e che se la sono lasciata scappare, e che le nuove famiglie piccolo-borghesi – il nuovo target in quanto a pubblico – non solo si comporteranno bene, ma pagheranno anche molto più per farlo.
Questa argomentazione ignora problematiche di fondamentale importanza, riguardanti la responsabilità, la giustizia e l’opportunità che le società calcistiche debbano rivestire o meno un ruolo all’interno della comunità locale. Ma anche senza tener conto di questi problemi, a me sembra che il ragionamento non fili comunque. Parte del piacere che si ricava dall’andare nei grandi stadi di calcio è un piacere parassita e riflesso, perché a meno che uno non vada nel North Bank, nel Kop o nello Stretford End, vuol dire che, per l’atmosfera, si appoggia agli altri; e l’atmosfera è una delle componenti fondamentali nell’esperienza del calcio. Questi enormi settori sono tanto importanti per un club quanto i giocatori, non solo perché i loro habitué offrono un supporto di tipo sonoro alla squadra, e non solo perché riforniscono le società di grosse somme di denaro (anche se non sono elementi trascurabili) ma perché, senza di loro, a nessun altro gliene fregherebbe niente di andare allo stadio. L’Arsenal e il Manchester United e tutti gli altri hanno l’impressione che la gente paghi per vedere Paul Merson e Ryan Giggs, e naturalmente è vero. Ma molti di loro, le persone sedute nelle poltroncine da venti sterline, i pezzi grossi in tribuna – pagano anche per vedere la gente che guarda Paul Merson (o per ascoltare quello che la gente gli urla). Chi pagherebbe un posto in tribuna se lo stadio fosse pieno solo di pezzi grossi? Il club vendeva quei biglietti a condizione che l’atmosfera fosse gratis, e così il North Bank rendeva, quanto a incassi, come qualunque giocatore. Chi farà casino adesso? I bambini e le loro mamme e i loro papà piccolo-borghesi di periferia verranno ancora, se dovranno fare tutto da soli? O si sentiranno imbrogliati? Perché in pratica il club ha venduto loro dei biglietti per uno spettacolo in cui l’attrazione principale è stata rimossa per fare loro spazio.“
“Ancora una cosa sul genere di pubblico che il calcio ha deciso di volere: le società devono essere sicure di risultare efficienti, di funzionare, di non incappare in annate magre, perché i nuovi spettatori non sopportano i fiaschi. Questo non è il tipo di persone che ti viene a veder giocare contro il Wimbledon in marzo quando sei undicesimo in Prima divisione e ormai fuori da tutte le gare di coppa. Perché dovrebbe? Ha mille altre cose da fare. Quindi, Arsenal, basta con i periodi <<no>> lunghi diciassette anni, come quello tra il 1953 e il 1970, d’accordo? Niente flirt con la retrocessione, come nel 1975 e nel 1976, niente sfilze di cinque e passa anni in cui manco arrivi a una finale, come tra il 1981 e il 1987. Noi aficionados gonzi passavamo sopra anche a questo, e in almeno ventimila ci facevamo vivi indipendentemente da quanto scarsi eravate (e certe volte siete stati molto, molto scarsi davvero); ma su questa nuova brigata… io non ci farei tanto affidamento“.
“La relazione tra i club e i tifosi è finita. Le squadre cambiano di anno in anno. Non potrai mai sapere per quanto tempo un giocatore resterà nella tua squadra. Il tifoso è solo uno spettatore, che non ricopre più il ruolo che era abituato a ricoprire. Il calcio moderno è 20 volte meglio per qualità ma è più intrattenimento e meno ambizione. Andare allo stadio è paragonabile ad andare al cinema (….). E che dire della Champions League? E’ stata creata per guadagnare soldi (….). La Champions League nella sua attuale forma è un misto tra il tentativo di essere democratici ed il generare denaro. Se la UEFA fosse onesta, dovrebbe dire che vogliono le cinque migliori squadre dall’Inghilterra, Italia e Spagna e le migliori tre dalla Germania, e che non sono interessati nel resto. Forse questo accadrà un giorno.“
“E’ necessario che tutte le tifoserie prendano coscienza di quello che la Federazione Italiana Giuoco Calcio sta facendo, in collaborazione con le multinazionali delle teleradiocomunicazioni e con gli ingordi vecchiardi che reggono la FIFA e l’UEFA. L’obiettivo dei potenti del calcio è quello di creare un campionato europeo per clubs dove troverebbero posto soltanto le squadre maggiori di ogni nazione. Un campionato di questo tipo garantirebbe loro enormi introiti televisivi ed anche stadi sempre pieni, perché nelle grandi città la gente comunque affollerebbe gli stadi. Ovviamente verrebbero sacrificate le squadre minori che non hanno pubblico televisivo ed hanno scarso pubblico “da stadio”. La lotta è quindi ormai tra pubblico televisivo (la maggioranza) destinato ad aumentare e pubblico da stadio (la minoranza) destinato a scomparire ovvero ad essere ridotto ad elemento di contorno. Non manca molto al giorno in cui il terreno verde del campo di calcio sarà sponsorizzato e sulle tribune sarà vietato esporre gli striscioni perché potrebbero coprire la pubblicità (vedi il nuovo stadio dell’Ajax – Amsterdam Arena). Cercheranno, anche da noi in Italia, di introdurre decine e decine di “controllori del tifo”, come già avviene in nord europa, con l’obiettivo di impedire l’uso di bandiere troppo grandi, di striscioni, di torce e fumoni. Il tutto con la servile complicità dei mass-media che – diretti da personaggi con interessi concreti nelle multinazionali e quindi nel loro personale arricchimento – ormai, per un pugno dato allo stadio, fanno un articolo a nove colonne. E neppure manca molto al giorno in cui le maglie delle nostre squadre (già, le maglie, l’ultima cosa che ci è rimasta) saranno piene di sponsor, come le macchine di Formula Uno.“
da “Febbre a 90” – Nick Hornby
Il futuro è già stato deciso: è del tifoso moderato, quello che vorrebbe seguire la propria squadra allo stadio come se fosse a teatro. Quello che si lamenta se la bandiera per un secondo gli ostruisce la visuale. Addirittura già esiste una direttiva UEFA che impone agli spettatori di stare seduti, cosa che già in Nord Europa si tenta di applicare. Per gli ultras non c’è più posto. Non si vuole più un sostegno attivo ma quel tipo di partecipazione che si può trovare in un teatro o al cinema. I signori non hanno capito che per gran parte di noi le nostre squadre sono una fede, che i loro simboli ce li abbiamo tatuati sulle braccia e che le loro maglie, per gente come noi, rappresentano le nostre città. Tutte le curve del mondo dovrebbero prendere concordemente (per una volta) iniziative clamorose contro il calcio industria.
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